I prologhi sono finiti, le anteprime esaurite ed é il momento di entrare a pieno della nuova League con Steve Orlando, Ivan Reis e Felipe Watanabe!
Sul #5 della serie Justice League Of America proposta da Lion Comics, comincia “The Extremist, arco narrativo d’introduzione al nuovo gruppo costruito accuratamente dal Cavaliere Oscuro: Batman non ha ancora potuto oliare i meccanismi e gli ingranaggi, nessuno si fida ciecamente dell’altro…ma le minacce iniziano ad accumularsi e c’é bisogno di una pronta e secca risposta.
Nel primo numero, disegnato da Ivan Reis, la squadra ha dei piccoli momenti “di coppia” per approfondire i legami e confrontarsi, entrando in contatto con elementi “allo spettro opposto” del DC Universe.
Ray e Black Canary discutono delle responsabilitá verso la gente comune, Frost e l’Atomo scoprono la comune passione per la scienza mentre Batman e Vixen affrontano l’argomento leadership e fiducia negli eroi e Lobo…é semplicemente Lobo.
Anche piccoli episodi come questo permettono a Steve Orlando di mantenere un giusto equilibrio tra lo scorrere della trama e l’approfondimento sui propri protagonisti, un elemento fondamentale per una serie che si pone l’obiettivo di riconnettere la Justice League all’uomo comune, evitando la facile dicotomia tra uomini e déi.
Proprio per questo, la scelta del villain risulta decisamente azzeccata: pescando dal Multiversity di Grant Morrison, Orlando prepara il terreno per il debutto di Lord Havok, il despotico, folle dittatore proveniente da Terra-8, sfuggito al massacro Multiversale e giunto nel nostro universo per salvare l’umanitá dall’autodistruzione, aiutato dai malvagi Estremisti.
Non ci vorrá molto a vedere le somiglianze tra Havok, gli Estremisti e le loro controparti Marvel: Terra-8 fa appunto da specchio distorto all’universo tradizionale Marvel e, se qualcuno avesse mai voluto leggere la storia del Dottor Destino ed i Signori del Male contro la Justice League…beh, é stato finalmente accontentato.
Lo scontro tra la League e gli Estremisti costringe la JLA a leccarsi le ferite, sconvolti dall’apparizione improvvisa di elementi cosí potenti ed un leader dal pugno di ferro in grado di organizzare le sue truppe in maniera strategica.
Il #2, disegnato da Felipe Watanabe, vede le conseguenze dell’arrivo di Havok approfondirsi e raggiungere nuovi livelli, ancora una volta toccando corde ben conosciute ai Marvel-zombies e costringendo la Justice League ad un nuovo approccio alla situazione: non sará possibile, per dispiacere di Lobo, caricare il centro del problema e distruggerlo con la forza bruta.
Bisognerá lavorare d’ingegno e lasciare che sia questa volta il popolo a fare la differenza…
Questa coppia di numeri riesce perfettamente a dare un quadro generale non soltanto della scrittura di Steve Orlando, incentrata sulle personalitá che compongono il suo team e sul tipo di avversari che la sua Justice League Of America affronta, ma anche il ritmo che la serie preferisce, con le sequenze d’azione che fungono da intermezzo a sviluppi piuttosto importanti di trama e sviluppo dei protagonisti.
Per la conclusione di questo spillato, ci spostiamo verso il lato piú giovane con
l’ultimo episodio di Damian Knows Best, primo story-arc dei Teen Titans di Benjamin Percy e Khoi Pham.
Percy ha ben stabilito le basi per l’alleanza e l’amicizia tra i Giovani Titani, ponendo Robin come poco-apprezzato leader del gruppo, guidando Starfire, Beast Boy, Raven e Kid Flash contro il Pugno del Demone, una squadra d’assassini letalmente assemblata dal caro nonnino Ra’s Al Ghul e scagliata contro il nipote Damian.
Una buona serie ombrello che non scade nel facile e nell’eccessivamente leggero, sfrutta una formula classica con l’avversario super-potenziato di turno per poi approfondire e radicarsi nella continuity di uno dei protagonisti; da questo elemento poi si allarga e porta insieme personaggi diversi, scatenando dunque la catena di eventi che dá vita al super-gruppo…in questo caso, i nuovi Teen Titans.
Aver perso il disegnatore Jonboy Meyers con il #2 non ha certo aiutato, ma la coppia Khoi Pham ai disegni e Wade Von Grawbadger alle chine ha permesso alla storia di mantenere un look fresco e molto diverso rispetto alla serie principale dello spillato, donando sicuramente piú varietá ad una solida proposta RW Lion.
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